UN PO' DI STORIA
Il Messerschmitt Me 262 è stato il primo caccia a reazione operativo. I suoi innovativi propulsori Jumo 004 e la sua particolare geometria alare ne hanno fatto uno dei più straordinari progetti della Seconda Guerra Mondiale. Questo aereo era in grado di raggiungere la vertiginosa velocità di 870 Km/h ad un’altezza di 6000 metri, ben 200 km/h più veloce dell’allora più veloce avversario: il North American P-51 Mustang. Armato di quattro cannoni MK-180 da 30 mm la sua strapotenza aerea era offuscata solo dalla mancanza di affidabilità dei suoi propulsori e dalla debolezza dei suoi carrelli.
Il primo esemplare di pre-serie, un Me 262A-1a matricola 130006/V1+AF, decollò il 28 marzo 1944. Il primo velivolo definitivo fu invece consegnato il 19 aprile 1944 all’Erprobungskommando 262, una unità speciale di valutazione della Luftwaffe sotto il comando del comandante Werner Thierfelder e di stanza presso l’aeroporto di Lechfeld in Bavaria. Questa unità aveva il compito di testare il velivolo e di analizzare ed individuare le tattiche migliori di combattimento per sfruttare al meglio le sue straordinarie qualità.
Il primo combattimento vincente di Me262 e quindi del primo caccia a reazione di tutti i tempi fu portato a termine dal Lieutenant Alfred Schreiber che riuscì ad abbattere un Mosquito il 26 giugno del 1944.
Del Messerschmitt 262 venne costruita anche una versione da bombardamento, l’Me262A-2a. Questo aereo era stato privato dei quattro cannoni MK-108 superiori e dotato inferiormente di una coppia racks in grado di alloggiare o due bombe SC-250 o due bombe a frammentazione SD-250.
Nel complesso furono assemblati un totale di 1433 velivoli.
LA SCATOLA
Ben poco c'è da dire su questa scatola della Trumpeter. Personalmente l'ho trovata molto valida e mi sembra che con questo modello la ditta cinese abbia finalmente raggiunto un ottimo livello qualitativo. Le stampate sono ben organizzate ed il livello di definizione raggiunto veramente sorprendente se paragonato alle prime scatole prodotte da questa ditta. Le pannellature sono finemente incise e la rivettatura delle superfici è perfetta. La mia modesta esperienza in ambito storico non mi ha permesso di dentificare eventuali errori di progettazione ma la scatola, a detta di tutti, sembra proprio esserne priva. Unico neo riscontrato personalmente e che si discosta dall'opinione generale è sulla qualità della plastica utilizzata.

Sicuramente di ottima qualità, l'ho trovata per i miei gusti personali un pò troppo tenera. In particolare bisogna fare molta attenzione a separare i vari pezzi dalle stampate per evitare di danneggiarne il profilo.

LE STAMPATE

LA COSTRUZIONE
Per questo modello ho deciso di non utilizzare alcun kit di dettaglio ma di cercare di autocostruire o migliorare quei particolari a cui la Trumpeter ha dato minore risalto. Ho iniziato l'assemblaggio dall'abitacolo. Il livello di dettaglio di questa sezione è già discreto per cui mi sono concentrato esclusivamente sull'autocostruzione del cuscino del pilota e di tutta la cavetteria che si trova dietro il pannello degli strumenti. Il lavoro non è stato eccessivo e sicuramente il realismo di questa porzione del modello aumenta considerevolmente.
Il cockpit senza alcun intervento di autocostruzione
Dopo gli interventi sul sedile del pilota e la parte posteriore del pannello strumenti.
La vasca del vano armi dopo il montaggio ma priva di alcun intervento di dettagio.

La costruzione è proseguita con l'assemblaggio del vano armi. Anche in questa sezione il livello di dettaglio è discreto. I quattro cannoni MK-180 sono ben realizzati ed il mio intervento si è limitato ad aggiungere i cavi degli starter delle armi. A questo punto ho assemblato il tutto all'interno della fusoliera. Il montaggio si esegue facilmente e tutti i pezzi si inseriscono nei loro alloggiamenti senza alcuna fatica. A questo punto non rimane che dedicarsi in maniera massiccia al dettaglio del vano carrelli, una sezione ampiamente visibile e che nella realtà era ricca di tubazioni, tiranti e cavi. Sulla base delle molte fotografie reperibili on-line o sulle riviste specializzate dedicate a questo aereo ho aumentato il dettaglio di questa sezione utilizzando fili di stagno e rame di vari diametri. Il lavoro non è particolarmente difficile ma sicuramente necessita di una grande dose di pazienza.

Il vano armi con l'agginta dei cavi di starter dei cannoni.
La resa finale del lavoro di dettaglio dopo la colorazione.
Aspetto del cockpit e del vano cannoni assemblati definitivamente nella fusoliera.
Il vano carrelli dettagliato con l'aggiunta di fili di stagno e rame di vari diametri.
Il tutto uniformato con una mano di alclad alluminium.
Colorato ed invecchiato con velature di colori ad olio.
La costruzione è proseguita con il dettaglio di uno dei motori Jumo, per la precisione il destro. La Trumpeter fornisce con il kit le stampate relative ai vani motore anche in plastica trasparente in modo di renderne visibile l'interno. I motori quindi sono stati sviluppati dalla ditta cinese per intero e con un discreto livello di dettaglio. Data la mia grande passione per i propulsori aerei non ho potuto resistere a queata ghiotta occasione decidendo immediatamente di aprire quasi per intero uno di tali vani. Il lavoro è iniziato tagliando via la plastica eccedente.
Ho deciso di lasciare il situ la copertura anteriore e quella posteriore del vano motore. Questo ha semplificato il lavoro, ha conservato maggiormente, a mio avviso, la splendida linea del velivolo e ha permesso di creare con facilità dei punti di ancoraggio per il propulsore.
In questa immagine è possibile vedere la gondola del motore destro scomposta. Bisogna carteggiare a lungo le paratie laterali per ricreare gli spessori originari.
Il motore è in fase di dettaglio. Sono stati aggiunti numerosi segmenti di stagno di vari diametri per rappresentare le tubazioni ed i cavi elettrici del motore originale. In questa fase è fondamentale lo studio delle immagini dell'epoca.
In questa fase della lavorazione è essenziale confrontare i propri progressi con le foto originali d'epoca. Le possibilità non mancano, sia grazie alle numerose pubblicazioni esistenti sul mercato che grazie ad Internet dove è possibile rintracciare molto materiale. La porzione anteriore del motore Jumo è molto visibile e quindi si è reso necessario un discreto lavoro di dettaglio. Come al solito ho utilizzato materiale di riciclo, in particolare fili di rame e stagno di vario diametro. Alla fine il risultato mi è sembrato soddisfacente.
Una volta finito di sezionare e rifinire la gondola del motore destro ho provveduto a montare definitivamente le varie sezioni dell'aereo. Questa fase è abbastanza indolore. L'assemblaggio delle varie parti è preciso e non sono richieste grandi quantità di stucco. Il discorso cambia se decidiamo di chiudere il vano cannoni. Infatti le cofanature non combaciano minimamente con la fusoliera e sono necessarie delle aggiunte di plasticard per chiudere le numerose fessure. Una volta conclusa questa fase ho aerografato l'intero aereo con una sottile mano di flat alluminium della Tamiya. In questo modo è possibile sia rendersi conto di eventuali imperfezioni della finitura superficiale del modello, che sfruttare successivamente questa colorazione alluminio per creare ad arte delle scrostature nella fase finale di invecchiamento.
L'assemblaggio del modello è conclusa. La gondola del motore di destra è stata tagliata ed assottigliata.
L'intero modello è stato dipinto con una sottile mano di flat alluminium della Tamiya.
WHITE 17    
La mimetica scelta per questo modello è quella relativa al velivolo dislocato a Lechfeld dal 16 marzo 1945 presso il 3./EJG2 e pilotato da Frantz Oltzinger. Si tratta del celebre e fotografato "White 17" W.Nr: 110956. E' un velivolo utilizzato probabilmente da Oltzinger per istruire i piloti dei caccia tradizionali nel difficile passaggio ai nuovi 262. Questo potrebbe infatti spiegare la "S" (Schule) dipinta in varie parti della fusoliera. Lo schema della mimetica non è tradizionale per questo genere di aereo: si tratta infatti del classico RLM 74, 75, 76 che però troviamo raramente nei 262 di questo specifico periodo del conflitto. Ma la cosa che più mi ha colpito di questo velivolo è la presenza di numerosi pezzi di carlinga provenienti da altri aerei e che generano nell'insieme un aspetto molto originale. In particolare tutto il vano cannoni ha una mimetica completamente diversa dal resto dell'aereo con uno schema RLM 83 ondulato su fondo di RLM 76. Alcuni particolari della carlinga sono lasciati in metallo naturale, così come la copertura anteriore del reattore di sinistra.
LA VERNICIATURA    

L'abitacolo é stato verniciato con il classico schema RLM 66 (Gunze H416). I quadranti sono stati verniciati seguendo la numerosa iconografia presente in rete, così come il cuscino autocostruito del pilota. Il vano cannoni è stato verniciato con il Gun Metal della Tamiya mentre, come già accennato tutto il vano carrelli è stato verniciato con l'Alluminium dell' Alclad. A questo punto finalmente sono passato al trattamento della fusoliera e delle ali. Ho iniziato aerografando la superficie superiore delle ali con il grigio RLM 75 (Gunze H69), successivamente ho completato la verniciatura del resto del modello utilizzato l'RLM 76 (Gunze H417).
Mascherando opportunamente le ali con l'aiuto del nastro Tamiya ho composto lo splinter utilizzando l'RLM 74 (Gunze 68). In realtà dopo aver terminato di aerografare la mimetica e osservando alcuni testi relativi mi sono accorto che lo splinter aerografato è quello relativo ai caccia tedeschi del primo periodo del conflitto e che invece i velivoli dell'ultimo periodo utilizzavano uno schema molto diverso. Armato di grande pazienza ho riportato la verniciatura delle ali a zero e modificato lo schema mimetico. Stavolta in modo corretto. Spero.

Una visione di insieme del vano abitacolo completato. Ho utilizzato il classico RLM 66. Per la strumentazione mi sono affidato alle numerose foto presenti sulla rete.
Le ali sono state aerografate utilizzando l'RLM 75
In queste due immagini è possibile osservare lo splinter mimetico classico RLM 76, 74, 75, successivamente modificato.